Caccia e animali. Caccia a specie non consentite, elemento soggettivo del reato, reato contravvenzionale
Cassazione Sez. III, sentenza n. 31829 del 12 luglio 2018
Presidente: Cavallo - Estensore: Gentili
Il reato previsto dall’art. 30, comma 1, lett. h) della legge n. 157 del 1992, che sanziona chi abbatte, cattura o detiene specie di mammiferi o uccelli nei cui confronti la caccia non è consentita o fringillidi in numero superiore a cinque o per chi esercita la caccia con mezzi vietati, è un reato contravvenzionale. Integra certamente gli estremi della colpa, sufficiente ai fini della realizzazione della fattispecie penalmente rilevante, l’atteggiamento di chi si determini ad esercitare l’attività venatoria nella incertezza in ordine alla legittimità dell’abbattimento degli esemplari animali presi di mira, trattandosi di animali appartenenti a specie non cacciabili.
Caccia e animali. Tabellazione aree naturali protette
Cassazione Sez. III, sentenza n. 31380 del 10 luglio 2018
Presidente: Di Nicola Estensore: Gai Imputato: Nestola
Secondo la consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione la necessità della segnalazione, mediante regolare tabellazione, del divieto di esercizio della caccia in aree naturali protette, determina una presunzione di conoscenza a carico dell'autore della esistenza del divieto, sollevando l'accusa dall'onere di dimostrare la conoscenza della proibizione, che, invece, deve essere dimostrata in concreto in caso di mancanza di tabellazione. In presenza di una tabellazione regolare, la conoscenza del divieto si presume ed il trasgressore, salvo casi eccezionali, non può invocare a propria discolpa l'ignoranza del divieto. La stessa mancanza di tabellazione o la sua inadeguatezza non determina, peraltro, automaticamente la non configurabilità del reato, ma pone a carico dell'accusa l'onere di dimostrare che, nonostante la mancanza di tabelle, il trasgressore aveva la consapevolezza del divieto.
19 ottobre 2018