La meraviglia davanti al Creato

Immagine tratta dalla pubblicazione Dante e l'ambiente, pag. 20


Per raggiungere la sapienza che sola lo avrebbe potuto portare a Dio, ossia a ricongiungersi con Beatrice, Dante frequenta gli Studi generali di tre ordini mendicanti, i Domenicani di Santa Maria Novella, i Francescani di Santa Croce e gli Agostiniani di Santo Spirito.

Ordini giovani e intraprendenti, poveri, anzi mendicanti, accampati a Firenze tra i borghi operai fuori mura, ordini vivacissimi dal lato spirituale e da quello intellettuale. In Santa Maria Novella si era fermato ad insegnare San Tommaso D’Aquino portando le idee di Averroé, diffuse poi da un suo scolaro laureato a Parigi, Remigio Girolami, famoso predicatore, di cui Dante tradusse letteralmente un prologo sulla scienza, all’inizio del Convivio. Attraverso San Tommaso d’Aquino, Dante conobbe le opere di Sant’Alberto Magno di Colonia, e di Aristotele, i grandi filosofi che lo iniziarono al mondo della scienza e della razionalità.

A Santa Croce presso i Francescani Dante seguì le lezioni di frate Pier Giovanni Olivi: un francese, di nome Pierre Jean Olieu, che rappresentava la corrente degli “spirituali”. Ma dai francescani Dante imparò soprattutto quel modo nuovo di avvicinarsi alla natura che San Francesco aveva insegnato e vissuto in ogni momento della sua vita, la sorpresa, la meraviglia davanti alle meraviglie del creato: la disposizione d’animo di ogni scienziato.

La frequentazione dei maestri fiorentini degli ordini mendicanti plasmò la forma mentis di tipo eclettico di Dante e gli permise di avvicinarsi ad un numero impressionante di sapienti e scienziati latini come Ippocrate e Galeno, ma anche greci giunti in Europa attraverso la mediazione araba.
Il primo fu “il maestro di color che sanno”, ossia Aristotele in ogni sua opera in particolare la Phisica e la Metaphisica, testi tradotti da Tommaso d’Aquino che Dante conobbe nella versione di Sant’Alberto Magno, il dottore della Chiesa di Colonia al quale Dante si rifà costantemente e che possiamo considerare il suo massimo maestro di scienza.

L’articolo, sintetizzato e adattato alla pubblicazione sul web, è tratto dalla pubblicazione “Dante e l’ambiente”, a cura di ARPAV, disponibile gratuitamente on line e può essere letto integralmente dalla pagina 17, con il titolo “Dante e i suoi maestri”.

 

6 luglio 2021

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